Al cuore del nostro sapere c’è il fuoco. Il mio villaggio sopravvive tra fuoco e acqua.
Mia sorella raccoglie l’argilla umida e con sapienza le dà forma con le sue mani sicure, poi la cuoce nel fuoco, dando vita a ciotole, piatti, pentole e boccali che usiamo ogni giorno.
Con il fuoco, ancora, trasformiamo il latte dei nostri animali e nei grandi vasi conserviamo il grano, dopo averli sigillati cuocendovi sopra l’argilla, proteggendo così la futura farina dai topi e dagli insetti.
Ed è sempre grazie alla forza del fuoco che i doni provenienti dalle viscere della terra, il rame e lo stagno, divenuti incandescenti e liquidi, vengono colati ad arte nella matrice, diventando asce, pugnali, ami, scalpelli, ornamenti di bronzo che arricchiscono le nostre vite con il loro servizio.
Da un’idea nasce un oggetto, e da un oggetto si genera un’azione. Le nostre creazioni di ceramica e metallo resteranno in questa terra, testimoni silenziosi del passato, custodi dei segreti e delle meraviglie della nostra civiltà.